OLTRE LE BARRICATE E GLI SLOGAN DEL MURO CONTRO MURO, NON SONO POSSIBILI MEDIAZIONI?
Era meglio quando eravamo tutti una nazione di allenatori di calcio, che si scannavano al Bar. Ora siamo diventati un astioso popolo di costituzionalisti, esperti di politica internazionale, diritto navale, politici di primo pelo e quant’altro, pronti a distruggersi sugli algidi social. A schierarci su due fronti contrapposti, che non fanno prigionieri, scaricano odio e astio e non ammettono compromessi. Come successo in questi giorni con il caso della Nave Aquarius. Da una parte i più acculturati farisei, secondo i quali bisogna accogliere tutti e che bollano come fascisti e razzisti tutti quelli che non condividono il loro pensiero; dall’altra generalmente i meno acculturati, pronti a inventarsi delle grosse balle, banalità di ogni tipo, pur di sostenere le proprie tesi. In tutto questo, io, e altri come me, secondo loro dovremmo prendere parte a questo scontro senza senso. Scegliere un nemico e parteggiare, a prescindere, a suon di luoghi comuni, slogan. E offese.

Fatte queste premesse non ci trovo niente di scandaloso quando il ministro Salvini afferma di volere fermare la politica dei barconi. La ritengo una questione su cui aprire un tavolo, una discussione e quant’altro. La politica dei barconi porta strumentalizzazioni, mette a rischio la vita degli immigrati, non permette di distinguere gli immigrati “economici” dai veri profughi e quant’altro.