venerdì 29 novembre 2013

Negli anni di Governo di Berlusconi l'economia italiana è cresciuta più lentamente di quella di qualsiasi altro paese al mondo, tranne Libia e Zimbabwe. Che senso ha allora riproporlo come uomo politico?



Continuano. Imperterriti. Come nulla fosse, ad incensare il vecchio leader politico. Come un ingranaggio di un orologio, che continua a girare, senza mai chiedersi il perché, senza mai interrogarsi su quella che resta la questione centrale: qual è il senso politico di Berlusconi?

L’ETA’: Ha 77 anni suonati. Negli ultimi due discorsi tenuti in pubblico ha avuto due momenti di mancamento. A dimostrazione di come fisicamente il vecchio conquistatore di donne di facili costumi, sia ormai agli sgoccioli. Come può un uomo che non regge neanche il peso di un discorso in pubblico, candidarsi alla guida di un partito o di un paese?

LA CREDIBILITA’: E’ ”sputtanato” in tutto il mondo, politico e non. Nessun paese occidentale prende seriamente in considerazione l’idea di un suo ritorno al Governo. Ha corrotto, mentito,  asservito il Parlamento per risolvere i suoi guai giudiziari, depenalizzando, ad esempio, il falso in bilancio. Ha utilizzato il potere per favorire i propri amici, denigrare e sconfiggere quelli che considerava i suoi nemici, ossia tutti quelli che lo criticavano o che ostacolavano i suoi interessi. E’ stato condannato per una milionaria evasione fiscale e per avere avuto rapporti sessuali con una minorenne. Ed ora è nuovamente accusato di aver prezzolato e corrotto i testimoni del processo Ruby.

giovedì 24 ottobre 2013

72 aziende fanno ritorno in Italia. La Delocalizzazione è finita?


Secondo un articolo uscito sull’Espresso di questa settimana, dal 2009 sono 189 le aziende italiane che, dopo essersi trasferite all’Estero, hanno riportato in Patria la loro produzione e i posti di lavoro ad essa collegati. Nella speciale classifica riferita al 2012, l’Italia è il primo paese europeo per numero di ritorni, ben 72, dietro solo agli Stati Uniti a livello mondiale. Un dato che, tra tanti indici negativi, apre uno spiraglio di speranza per il nostro paese e per l'occupazione. 




venerdì 4 ottobre 2013

LAMPEDUSA NON E' COLPA NOSTRA



Mi dispiace, non ci sto. Non mi piace questo clima di autoflagellazione nato intorno alla tremenda tragedia degli immigrati. Come se la colpa di questo lutto fosse dello Stato Italiano. Quello che mi preoccupava da mesi, invece, esattamente dopo la visita del Papa a Lampedusa, era quel clima di eccessiva accoglienza che si era creato verso questi barconi di immigrati. Far passare l’idea che l’Italia è pronta ad accogliere tutti è un errore. Non fa altro che incentivare la partenza di barconi poco stabili e carichi fino all’inverosimile dal Nord Africa, incoraggiando e alimentando l’attività della manovalanza locale, che per ogni posto a bordo  si fa pagare profumatamente. Bisogna trovare una soluzione diversa. Politica, che coinvolga l’Europa e tutti i paesi africani e medio-orientali del bacino mediterraneo.

L’Italia in questi mesi è stata più che accogliente, mostrando una sensibilità ignorata da altri Stati. Accollandosi tutto il peso di questa situazione. Malta non li fa neanche avvicinare alle coste.

E la disponibilità della nostra Guardia Costiera ha alimentato le speranze degli immigrati. Che per farsi notare hanno acceso una coperta a bordo, azione che ha innescato l’incendio (secondo quanto letto sul sito di Repubblica) e la tragedia.

E, mi rendo conto che è un paradosso. Ma se gli immigrati si fossero preoccupati di sbarcare da veri “clandestini”, in qualche piccola baia dell’isola di Lampedusa, questo incendio che ha provocato la tragedia non si sarebbe verificato. 



martedì 1 ottobre 2013

PROFETA DI SVENTURA

Dal Pd all'Iva - Quando la capacità di Analisi viene scambiata per altro

Profeta di sventura. Per qualcuno. Ma è davvero cosi? Non si tratta magari solo di avere una capacità di Visione e Analisi della realtà, nelle sue varie sfaccettature, che in molti latita? Favorita anche dal fatto di non prendere parte del gioco, fattore che aiuta a mantenere una certa equidistanza e indipendenza. E quella calma che spesso perdono i protagonisti in campo, pressati da un sistema che non aiuta certo la riflessione.

Nel settembre dello scorso anno, quando il consenso del Pd era costante intorno al 28%, il Pdl era in piena crisi, con i sondaggi che lo davano sotto il 20% e il Movimento di Beppe Grillo era ancora lontano dall’exploit elettorale, in molti davano per certa la vittoria del centro – sinistra alle prossime elezioni. Non io. Cosi, dialogando con un’amica che dava per certa l’affermazione dei democratici, le dissi con una sicumera, che lei avrà sicuramente scambiato per presunzione da Bar: “Se continuano cosi, non ce la faranno neanche questa volta!”. Non mi sbagliavo. Nonostante durante le primarie il partito di Bersani sia schizzato al 36% da solo, senza Sel e altri partiti minori che lo avrebbero catapultato intorno al 42%, sono riusciti nella difficile impresa di non vincere anche questa volta. E non so in quanti avrebbero intravisto questa impasse, in quel momento di consenso generalizzato.

Di li in poi ho previsto e analizzato nell’ordine: l’insuccesso della Lista Monti, il successo di Grillo.


lunedì 12 agosto 2013

L’IMU, UNA BATTAGLIA POPULISTA


L’abolizione dell’Imu è da tempo un cavallo di battaglia del Pdl. Ma non ha nessun impatto positivo sulle nostre tasche. La prova è negli effetti nefasti che portò nel 2008 l’abolizione della vecchia Ici. Una serie di balzelli messi dai singoli Comuni per rimpinguare le loro esigue casse. Con il Governo Nazionale presieduto dall’ex Cavaliere che in tre anni ci avrebbe portato sull’orlo del collasso economico.

IL TAGLIO DELL’ICI - Nel 2008 arrivò il tanto propagandato taglio dell’ICI sulla prima casa, che ci avrebbe liberato dal pagamento della tassa di “proprietà”. Poche centinaia di euro per ogni nucleo familiare, in cambio di un enorme spot elettorale da utilizzare in ogni momento. Ma quei soldi risparmiati, li abbiamo versati a Comuni e Stato in altro modo.

A LATINA, STRISCE BLU E CIMITERO PRIVATO - Nel Comune di Latina, ad esempio, si è immediatamente proceduto ad un nuovo piano sosta. Un’ occupazione selvaggia del Centro cittadino, diventato tutto a pagamento. Le strisce blu sono comparse ovunque, persino nei pressi degli incroci, davanti ai cancelli. E nei dintorni di Ospedali e Case di Cura. Non rispettando la prescrizione di Legge, che obbliga l’accesso gratuito ad una percentuale di parcheggi di superficie.

Strisce blu che erano presenti già sul Lungomare. Ma il vero asso nella manica è stata l’affidamento della Gestione del Cimitero ad un privato per trent’anni. Nel Maggio 2009 morire non costava più 200 euro, ma 1200, con Lapide inclusa, ma obbligatoria. Un aumento di 1000 euro. Altro che Imu.

E allo stesso modo sulle strade della Provincia, pullulavano una serie di autovelox, messi nei posti più assurdi, talvolta quasi nascosti, non per assicurare la sicurezza stradale, ma per rimpinguare le casse dei vari Comuni.

martedì 16 luglio 2013

ITALIA, PAESE FONDATO.. SUL DEBITO PUBBLICO.


Il debito pubblico continua a salire. Nel mese di maggio 2013 ha raggiunto l’inimmaginabile quota di 2074 miliardi, con il rapporto debito/Pil che supera il 130%. Una statistica che, come più volte sottolineato dai media nazionali, ci pone al penultimo posto in classifica dietro solo alla Grecia e che include anche quei miliardi che abbiamo messo a disposizione per salvare i paesi in difficoltà, tra cui la stessa Repubblica Ellenica.

I
l problema sembra concentrarsi su una pura questione di numeri, di contabilità. Ma è davvero cosi? E’ la spesa pubblica il vero problema? Non è piuttosto la qualità della spesa a fare la differenza? Su cosa abbiamo investito in questi anni, dove sono finiti i nostri soldi? Nelle tasche di chi?

martedì 11 giugno 2013

UOMINI O AUTOMI?

LE TRAGEDIE DELLA FRENESIA 


Lo scorso 31 maggio, in provincia di Padova, una giovane di 22 anni è stata travolta e uccisa da un Suv. Alla guida una donna di 63 anni, che non si è accorta di nulla. Trascinando la ragazza, ancora in vita, per oltre tre chilometri. La guidatrice era stata a far la spesa e poi dalla parrucchiera. "Ho sentito il forte colpo allo specchietto laterale e l’ho visto piegarsi – ha raccontato ai Carabinieri - Avrei controllato a casa cos’era accaduto". 

Quattro giorni dopo a Piacenza un uomo di 38 anni dimentica in auto il figlio di due anni per otto ore. Che muore, ucciso dal caldo. L’asilo era distante solo poche decine di metri dal suo luogo di lavoro. L’uomo avrebbe dovuto fermarsi, fare scendere il piccolo e accompagnarlo all’asilo. Invece, inspiegabilmente ha tirato dritto. Avrà chiuso l’auto con il suo telecomando, avviandosi in una sorta di “trance”, verso il suo ufficio. “Ci hanno detto che per Andrea (manager in un’azienda di ristorazione) quella di martedì era una giornata decisiva sotto il profilo professionale: doveva consegnare entro sera un progetto per l'appalto di una importante commessa...» - riportano alcuni articoli di cronaca.

Due fatti di cronaca, apparentemente distanti, che hanno un punto in comune. Due persone, una signora, con qualche problema psicologico, e un giovane manager preoccupato dal lavoro, che si comportano come due automi.

mercoledì 29 maggio 2013

L'Errore di Grillo

Prima del voto di Febbraio scrissi, sempre su questo blog, “La Lezione di Grillo”. Non ho cambiato idea, la campagna elettorale di Grillo è stata quasi perfetta e gli elettori lo premiarono. In molti parlarono di voto di protesta, ma i risultati delle amministrative di questi giorni dimostrano il contrario. Negli oltre otto milioni di voti del M5s, c’era una richiesta di cambiamento e di Governo.

Grillo in questi giorni sta pagando l’avere deluso quella richiesta di cambiamento.  Non altro. Rifiutando qualsiasi partecipazione al Governo con le forze esistenti e puntando alla realizzazione solitaria del suo programma al 100%, il M. Cinque Stelle è passato dal campo del possibile, a quello dell’impossibile. Dal campo del realizzabile a quello dell'irrealizzabile. 

Sul lungo periodo, come sostiene qualcuno, il no al Governo potrebbe essere anche la scelta giusta. Ma per il momento i suoi elettori hanno preferito prendersi una pausa di riflessione. L'astensionismo è un segno di disillusione, ma anche di cambiamento del paese. Non più disposto a dare cambiali in bianco o ad eccitarsi per finte o vere contrapposizioni che siano. E anche Grillo dovrà rivedere le sue posizioni ed essere pronto a mettere in discussione alcuni punti del suo programma, alcuni dei quali troppo minimalisti e discutibili, se vuole contribuire a creare il futuro dell'Italia. 




martedì 21 maggio 2013

Affitti troppo alti, stipendi bassi


Ad Aprile l’inflazione, l’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi, è scesa al 1,1% rispetto all’1,6 di Marzo. Un segnale per molti che l’Italia va verso la deflazione, la discesa dei prezzi. Fenomeno che preoccupa gli economisti. Ma è davvero cosi grave?

Secondo un recente studio della Cgil il rapporto tra la retribuzione lorda di un lavoratore dipendente e il compenso medio di un top manager è attualmente di 1 a 163, mentre nel 1970 era di 1 a 20. Per un totale annuo di 26 mila euro lordi per il dipendente e di 4 milioni e 326 euro per il manager. Uno squilibrio enorme. 



lunedì 22 aprile 2013

Bersani, Leader Mancato


Innanzitutto partiamo dal suo curriculum: Laurea in Filosofia, Presidente della Regione Emilia Romagna, Ministro dell’Industria del Governo Prodi, Ministro dei Trasporti nel Governo D’Alema, Deputato dal 2001, Parlamentare europeo nel 2004, Ministro dello Sviluppo Economico dal 2006.


Generalmente riconosciuto come una persona onesta e da molti ricordato positivamente per le cosiddette “lenzuolate” durante l’ultimo Governo Prodi, liberalizzazioni che ebbero una ricaduta positiva anche sulla vita dei cittadini, come l’abolizione dei costi di ricarica telefonica tramite bancomat, l’abolizione delle spese di chiusura conto bancario, l’abolizione delle penali per la rinegoziazione dei mutui, niente ricorso al notaio per estinguere l'ipoteca, la possibilità di usufruire della classe di merito di un familiare per l’assicurazione dell’auto. Insomma. Da un certo punto di vista poteva essere ben visto anche dagli indignati dell’ultima ora, quelli che lamentano la lontananza della politica dalla vita degli italiani.

Ma tant’è. Lo spettacolo andato in onda è di tutt’altra fattura. In questi mesi Bersani è apparso impacciato, imballato. Incapace di dettare una propria linea. Pronto sempre a rincorrere le istanze degli avversari e dei cittadini. A rintuzzare gli attacchi e a prendere le distanze con quel suo linguaggio colorito: “Noi non ci stiamo” – “Sia ben chiaro” – “Allora non ci siamo capiti”. – “Non stiamo mica qui a pettinare le bambole”. “Meglio che sto zitto, non parlo per il bene del partito” – una delle ultime battute riferendosi ad una polemica con il sindaco di Firenze.

mercoledì 17 aprile 2013

Sette Mosse per lo Stallo


Da Alfano, passando per Monti. Per finire con Grillo. Tutti hanno contribuito a creare questa situazione di stallo politico, da cui ora bisogna uscire. 

Il primo errore è stato quello di Monti. Alle dichiarazioni di Angelino Alfano, che il 7 dicembre dichiarava conclusa l’esperienza del Governo Monti. Ha fatto seguire il giorno dopo le immediate dimissioni. Troppo veloci.

Secondo errore: le primarie del Pd. Scelta sacrosanta in teoria, perché dava ai suoi elettori la possibilità di scegliere i propri candidati. Scelta negata dal Porcellum. Ma i tempi erano troppo stretti e in questo caso il Partito ha dovuto superarsi per fare le votazioni il 30 Dicembre. Il giorno prima Capodanno. Il risultato è che da li in poi il Pd ed il suo leader Bersani si sono “imballati”. Incapace di parlare agli italiani per quasi due mesi e attrarre voti, ha perso tutto il vantaggio che gli era arrivato dalle primarie di Ottobre, quelle per il candidato premier.  (Sondaggi 4 dicembre Pd al 36%, elezioni febbraio 25,4%)

Terzo errore: Monti. Di nuovo lui, anche se la colpa peggiore per me ricade sui suoi consiglieri. Invece di concentrarsi sul programma, si è perso nelle lotte interne contro Vendola e il Pd. Forse convinti di avere la vittoria in tasca i tre protagonisti, si sono impegnati nella presunta spartizione del potere all’interno di quella che avrebbe potuto essere la futura coalizione di Governo. Ridurre la sinistra, per avere più spazio e potere al centro. Ma prima si dovevano vincere le elezioni. Un piccolo particolare che qualcuno si è dimenticato.


giovedì 28 marzo 2013

MENNEA, L'ITALIA E I SUOI EROI


L'Italia non cerca eroi, o forse non li capisce. Eppure Pietro Mennea era uno di quegli eroi che richiama l’Epica, uno di quelli che i politicanti di tutto il mondo si contenderebbero per farsi belli. Uno in grado di portare “l’American Dream” sulle strade di Barletta. Un uomo del sud, proveniente da un terra in cerca di riscatto e sviluppo. Una famiglia normale e modesta alle spalle, di quelle che faticano ogni giorno per raggiungere i propri obiettivi. Senza mezzi fisici particolari, pronto a rivaleggiare con i robot dopati dell’est europeo e con i giganti neri dell’America, con la sua ostinazione da contadino dello sport. Un uomo che ha sudato, innovato, sperimentato e che ha rinunciato a tutto per inseguire e coronare i suoi sogni. Che ha fatto della fatica e del lavoro quotidiano il suo marchio di fabbrica.



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giovedì 14 marzo 2013

Il Papa è una Rock Star?


Che c’era qualcosa di malato in Italia lo avevo già capito ai tempi dei funerali di Papa Wojtyla. Quando vedevo i fedeli polacchi che pregavano e piangevano contriti e afflitti e quelli italiani che, indifferenti, continuavano a scattare foto come fossero ad un concerto di Madonna.

Ieri la situazione era in parte diversa: si trattava di un’elezione e non di un funerale e quindi la gioia da parte dei fedeli-tifosi è più che normale. Ma quando sono partiti gli applausi e i cori da Stadio “Papa Francesco, Papa Francesco”, ho rivissuto quella stessa sensazione. 

Non di assistere a un evento di valenza spirituale, ma a qualcosa di più simile al sistema dello Star-System. Il Papa che si affaccia alla finestra, come il cantante che sale sul palco. Con migliaia di persone pronte ad acclamarlo, con grida, cori e centinaia di flash pronti a scattare. 

Per fortuna ci ha pensato lui, il nuovo Pontefice, a riportare la Piazza a un momento più consono alla spiritualità, invitando tutti a pregare. Un “Padre Nostro”, che per un momento ha rimesso le cose nel loro ordine.

giovedì 28 febbraio 2013

IL RITORNO DI MISTER B.


Ogni volta lo danno per morto, ogni volta lo risollevano. Non i suoi elettori o compagni di partito, ma i suoi oppositori. La Stampa in primis.

Venti anni di storia non hanno insegnato nulla.  Cosi, quando il signor B.,  ormai 77enne, appariva debole e stordito è arrivato il “soccorso rosso”. Il primo a fare il suo gioco è stato Michele Santoro. Con degli ospiti in studio che dovevano essere gli accusatori dell’ex Presidente del Consiglio, che sembravano delle educande alle prese con un frequentatore di bische clandestine e prostitute di strada.

Da li è iniziato il delirio. Ogni suo starnuto diventava una notizia. Titoloni in prima pagina, aperture di telegiornali. L’Italia, almeno quella dei media, quella che detta l’agenda quotidiana, sembrava non potere fare a meno di questa grande  e inaspettata novità. 

Dimenticati scandali, ruberie, corruzione e incompetenza, la rivoluzione liberale, il nuovo miracolo italiano, il milione di posti di lavoro, sono stati sostituiti da una nuova e mirabolante promessa: il rimborso dell’Imu, la cui abolizione già nel 2008, quando si chiamava Ici, aveva risollevato le sorti dell’economia italiana. Ah, no, non è andata cosi?


mercoledì 20 febbraio 2013

La Lezione di Grillo, L'Errore di Monti


Sono anni che viviamo di cliché e falsi miti. Come quello che si raccontava nel ventennio del nano, che il pubblico televisivo aveva bisogno unicamente di programmi sub-culturali, salvo poi accorgersi che un Celentano qualsiasi, che banale proprio non era, con il suo programma Rockpolitik andato in onda nel 2005, fece il record di ascolti, stracciando grandi fratelli e quant’altro. Un esperimento che ovviamente nessuno volle riproporre negli anni successivi, forse spaventato dall’idea che programmi non trash potessero innescare una spirale positiva per il paese e addirittura far pensare la gente. Fuori dagli schemi limitanti e devianti e dalla finta realtà che il potere costituito di allora proponeva.

E ora in piena campagna elettorale, nell’era della fine del consumismo sfrenato, della ribellione agli sprechi e ai lussi della politica, nel momento in cui la gente stessa chiede un cambiamento, qualcuno rifà lo stesso errore.

Sottovalutando le persone e non capendo che la realtà è in movimento, mai fortunatamente identica a sé stesso. Con i guru, i consiglieri, o forse gli staff incaricati di trasformare in fatti le indicazioni dei Guru, che continuano a ricorrere a falsi schemi, convinti che la figura di un candidato Presidente del Consiglio vada banalizzata. E ridotta ad un mero format televisivo.

mercoledì 30 gennaio 2013

SE I BAMBINI NON SOGNANO PIU'


Sono rimasto impressionato. Due minuti di video, che mi hanno lasciato un velo di tristezza. Intervistati da un programma di Rai Tre, a oltre una decina di bambini è stato chiesto cosa avessero fatto, se fossero stati Presidente del Consiglio per un giorno.


Mi aspettavo risposte ingenue e magari fantasiose. Qualcosa che mi avrebbe fatto sorridere. Chiudere la scuola per andare a giocare di più per esempio. O dare soldi ai poveri. O qualcosa completamente al di fuori dalle nostre visioni di adulti (o presunti tali). Invece. Niente. La burocrazia alla massima potenza. Questi bambini di una scuola elementare, parlano già da quarantenni assillati. La loro preoccupazione maggiore? Le tasse!!


giovedì 10 gennaio 2013

NUOVE CARCERI CONTRO IL SOVRAFFOLLAMENTO

L’ennesima statistica, frutto di questi anni di incuria e ruberie, che ci relega vergognosamente all’ultimo posto in Europa


Di nuovo sotto accusa l'Italia per la situazione nelle sue carceri. Sessanta suicidi nel 2012, 154 morti totali. Una cifra comunque in calo rispetto ai tre anni precedenti. Un costo di 3511 euro al mese per ogni detenuto, per un totale di circa 231 milioni di euro mensili. Soldi spesi male, visto che le condizioni di detenzione dei carcerati non sono dignitose e la Corte Europea dei Diritti Umani condanna lo Stato a pagare 100.000 euro a tre detenuti di Busto Arsizio e 4 di Piacenza, costretti per anni in celle di meno tre metri quadrati a testa.

Una capacità di accoglienza di 47.000 posti, per un totale di 65.726 detenuti (3000 in meno del 2011), di cui 5.708 in attesa di giudizio. La spada di Damocle della Corte Europea che ci concede un anno per risolvere la situazione, minacciando in caso contrario di dare seguito ai 550 ricorsi già presentati da altri detenuti.