Una settimana intensa quella
che ha caratterizzato la questione No Tav. Che ha portato a qualche risultato:
dal punto di vista dell’ordine pubblico e dell’informazione sembra essersi
rotta, almeno in parte, quella cortina di pensiero unico, che voleva screditare
i manifestanti e farli passare tutti per dei violenti, senza arte, né parte.
Dall’altra si stanno iniziando a fare luce, anche ai meno coinvolti, le
motivazioni della protesta del valsusini. Arrivare ad una
sintesi rimane però sempre difficile.
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Il movimento Tav risponde con una bella giornata a base di polenta, senza per questo abbassare i toni della protesta. Una delle loro motivazioni più forti e plausibili è l’esistenza della vecchia linea, che passa per Bardonecchia e poi per Modane. Dove i treni sino agli anni '80 si fermavano, per fare salire i controlli della dogana. Altri tempi. Attualmente su quella linea transita il Tgv, il FrecciaRossa francese che collega Milano e Parigi. La proposta dei No Tav è di utilizzare e rafforzare quella linea, evitando cosi di costruire questo grande tunnel, lungo ben cinquantasette chilometri, che buca le Alpi.
IL PREZZO UMANO - Quando si scava sotto la montagna bisogna pensarci bene. Perché i rischi non mancano. Anche quelli umani. Per la costruzione del Traforo del Monte Bianco, lungo 11, 6 chilometri e iniziato nel lontano 1959, ci furono 21 vittime. Altre 40 sono morte nel rogo scoppiato sotto la galleria nel 1999. E dodici vittime, dati questi diffusi dai Notav, ci sono stati nelle opere di costruzione delle ferrovie Milano – Torino e Bologna - Firenze. Colpa, secondo alcuni, anche della diffusione dei sub-appalti, che fa si che la grossa ditta che vince la gara per i lavori, la subappalti ad un’altra, che fa lo stesso. Una sorta di gioco di scatole cinesi senza fine. Con un conseguente abbassamento del costo del lavoro e delle misure di sicurezza.
TROPPE SALITE - Rafforzando la vecchia linea
si avrebbe comunque una linea ad alta velocità, evitando spreco di risorse
inutili, opere costose e rischiose e conflitti sociali. Il problema quindi è
stato individuato? Neanche per sogno! Leggendo una intelligente e animata mappa messa a punto dalla Stampa, viene
fuori un nuovo problema. Anche nel tracciato attuale che collega Torino a Lione
esiste già una galleria, ma il problema sarebbe la pendenza massima di questo
percorso: ben il 33%, che rende difficile e costoso il trasporto delle
merci. Il nuovo progetto prevede, invece, una galleria più pianeggiante che
passa tutta sotto la montagna e una pendenza massima del 13%.
MERCI AD ALTA VELOCITA' - Quindi il problema è tutto
nel trasporto delle merci, visto che per un tratto cosi breve a rigor di logica
non conviene spendere miliardi di euro e anni di duro lavoro sotto la montagna per costruire una nuova tratta per i
passeggeri, ma potenziare la vecchia. In un momento in cui, tra l’altro,
ci fanno sapere sempre i No Tav, il traffico di viaggiatori e merci è in calo.
La nuova galleria faciliterebbe quindi il trasporto di merci su rotaia tra
Francia e Italia. Un trasporto ad alta velocità che finora non è stato mai sfruttato
sulle tratte già esistenti nella nostra penisola. E che riguarderebbe il
futuro. Se arriva. Cosi come il famoso corridoio cinque, di cui farebbe parte
la tratta Lione – Torino, che nei progetti collegherebbe la penisola iberica,
alla capitale ucraina Kiev. Ma che per ora si ferma a Milano. Senza dimenticare che, secondo dati dei Si Tav, sotto la galleria i treni merci non potrebbero superare i 100 chilometri. L'unico vantaggio, legato al percorso meno altalenante, sarebbe quello del risparmio energetico, con tre locomotrici necessarie per i merci sulla linea esistente ed una sola per quella prevista.
IL FUTURO NEL TUNNEL - A noi alieni, che cerchiamo
sempre di capire le cose prima di schierarci da un lato o l’altro (sulla
gestione dell’ordine pubblico e dell’informazione mi sono già espresso
negativamente nell’articolo scritto la settimana scorsa, prima dell’episodio
della “pecorella”), la questione no tav rimane di difficile soluzione. Un
trasporto veloce ed efficiente per merci e persone, che colleghi tutta l'Europa
è affascinante, ma per ora del corridoio cinque esiste solo qualche traccia.
Manca tutta la parte dell'est Europeo e in Italia è in costruzione la tratta
che arriva sino a Padova. Si scommette su un futuro che ancora non c'è,
compreso il trasporto veloce delle merci. C'è da capire se questo trasporto
veloce delle merci, tenendo conto di tutte le problematiche (sicurezza,
ambiente, economia e quant’altro), giustifica
la costruzione di un tunnel cosi lungo e impegnativo, oppure no. E se l'alternativa del vecchio percorso per la costruzione della Tav è praticabile, oppure no.
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