Le scuole italiane perdono pezzi e il pensiero corre veloce al contrasto con i proclami fatti negli scorsi mesi sulla digitalizzazione delle scuole
Le Scuole Italiane cadono a pezzi. Solo nella scorsa
settimana si è rischiata la tragedia in due diverse strutture. A rischiarne di
farne le spese i più piccoli. Nella scuola elementare Marco Polo a Cardito a
Napoli, due maestre e due bambini sono rimasti feriti in maniera non grave nel
crollo di intonaco dal soffitto di un'aula, riportando una prognosi di dieci
giorni. Nella classe c'erano 24 alunni. Tragedia sfiorata anche a Ciampino
nella scuola Martin Luther King, dove una bambina è stata colpita,
fortunatamente solo di striscio, da un pezzo di intonaco che si è staccato dal
solaio. Lo scorso 4 dicembre un altro pezzo di solaio è crollato in una scuola
superiore di Salerno, senza colpire nessuno dei presenti. E il crollo di oggi,
martedi 18 dicembre, delle due palazzine a Palermo durante l’evacuazione, ci ricorda di come l’incuria e la superficialità, possano creare tragedie.
Le scuole italiane perdono pezzi e il pensiero corre veloce al
contrasto con i proclami fatti negli scorsi mesi sulla digitalizzazione delle
scuole. Dal 2013/14 tutte le scuole superiori e dal 2014/15 le scuole primarie
e secondarie, secondo il decreto legge Digitalia dello scorso ottobre,
avrebbero dovuto utilizzare libri in versione digitale. Un obbligo che è stato,
poi, fatto slittare fortunatamente al 2014/15. Nella legge sullo sviluppo approvata
proprio la settimana scorsa, nei stessi giorni dei crolli, che converte il decreto sull’agenda
digitale, non ho letto riferimenti comprensibili ai non tecnocrati sull’adozione
dell’obbligo del tablet.
Quale che sia l’ultima decisione, prima di lanciarsi nel
futuro, è opportuno aggiustare la navicella spaziale. E’ assurdo pensare di
avere questi ragazzi in aula con il tablet in mano e con il rischio che il
solaio gli crolli in testa.
Lo stato delle scuole italiane non è buono. Secondo
una ricerca di Cittadinanzattiva, una percentuale non indifferente degli
edifici, il 21%, presenta uno stato di manutenzione inadeguato, il 14% presenta
distacchi di intonaco, il 57% finestre rotte. Tenendo conto che in più di
qualche occasione si è lamentata la mancanza della “famosa” carta igienica e altre
piccole cose, che in tv più di qualcuno ha parlato di autotassazione e che in
diverse occasioni i genitori si sono rimboccati le maniche per ridipingere le
aule, bisogna inserire tra le priorità la ristrutturazione degli edifici.
La strada per la digitalizzazione può essere un’occasione.
Visto che per l’uso dei tablet dovranno essere installati i wi-fi, le prese
elettriche nelle classi, le lavagne interattive, si possono coniugare i due
lavori. Solo mettendo in sicurezza gli edifici si potrà procedere alla
digitalizzazione. Nel caso in cui le risorse non bastino per tutte e due le
cose, dare precedenza alla sicurezza.
Per i tablet c’è sempre tempo. Non sono
yogurt in scadenza e una tabella di marcia di cinque anni, piuttosto che uno o
due, mi sembra molto più ragionevole, anche per le case editrici, le famiglie e
tutto l’apparato scolastico e statale.
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