venerdì 24 gennaio 2014

La Legge Elettorale, un delirio collettivo


L’ennesimo e inaccettabile abbaglio di massa



Tutto questo consenso sulla Legge Elettorale mi lascia, per l’ennesima volta, perplesso. Sacrifica la rappresentanza in nome di una Governabilità tutta da dimostrare. E’ nata con un accordo più che discutibile e con delle condizioni assolutamente inaccettabili.


SOGLIE DI SBARRAMENTO - Ha soglie di sbarramento troppo alte, uniche in Europa. Con il 12% per la coalizione si rischia di lasciare senza rappresentanti una forza politica di oltre tre milioni di elettori. Nelle elezioni dello scorso anno la coalizione di Mario Monti ha ottenuto alla Camera, con il 10,5%, quasi tre milioni e seicentomila voti. Con una partecipazione più alta alle elezioni, si rischierebbe di arrivare ai quattro milioni di voti senza rappresentanza. A questi vanno aggiunti i partiti sotto l’8% se si presentano da soli e quelli sotto il 5% in coalizione, come la Lega, che prese nel 2013, con il 4,1%, un milione e quattrocentomila preferenze. Con Sel, e altri "partitini", avremo un totale di quasi nove milioni di voti a partiti senza rappresentanti in Parlamento. 

Inoltre i partiti in coalizione che non arrivano al 5%, non prendono seggi in Parlamento. Ma la percentuale di voti e i seggi vanno tutti ai partiti maggiori, nel caso specifico Pd e Pdl. Rafforzando il potere delle forze politiche già esistenti, a scapito di nuove realtà emergenti.


METODO: Sino a qualche mese fa si sarebbe gridati all’Inciucio. Ora è un accordo, esaltato in maniera esagerata da Renzi. C’era davvero bisogno di sottolineare “la profonda sintonia”? Non bastava dire, “c’è sintonia”. Ad ogni modo il futuro dell’Italia non può nascere da un accordo con un pregiudicato, un condannato, di nuovo indagato per il processo Ruby, prescritto per corruzione in atti giudiziari nel caso Mills e anche per la corruzione di giudici nel “Lodo Mondadori”, nell’ ormai lontano 1991.


CONDIZIONI “O si vota la legge cosi come è stata presentata, o salta tutto”. Queste le condizioni poste da Renzi e Berlusconi. Bene, facciamo saltare tutto. Non cediamo a ricatti fascisti, che limitano l’intelligenza delle persone e le prerogative del Parlamento.



DOPPIO TURNO Nel caso in cui nessuno arrivi al 35%. Cosi come è stato prefigurato è un delirio. Le due forze maggiori, che si prendono i voti dei partiti in coalizione che non raggiungono il 5%, senza rappresentarli, vanno in “finale” per giocarsi Governo e Premio di Maggioranza. Come fossero alla Ruota della Fortuna, di renziana memoria, o in una Coppa Europea di calcio. Con meno del 35% dei voti, mettendo in conto astenuti, schede bianche e i partiti che non raggiungono il 5%, rischiamo di avere un partito con il 53% dei seggi, che rappresenta il 23% (dato approssimativo) degli italiani. La vera maggioranza diventerebbe, cosi, quella che sta all’opposizione o addirittura fuori dal Parlamento. 



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