UN MILIARDO DI UTILI E TAGLI AL PERSONALE, MA LA POSTA NON ARRIVA
Le Poste Italiane continuano a crescere economicamente, chiudendo il 2013 con un utile netto di 1,005 miliardi. L’Amministratore Delegato con i suoi 2 milioni e 200
euro di retribuzione annua può esserne contento,
ma c’è da chiedersi a spese di chi vengono fatti questi lauti guadagni, visto
che le Poste sembrano aver rinunciato al compito per il quale erano
nate: consegnare la posta.
In molte città la corrispondenza,
se tutto va bene, arriva con cadenza mensile. E questo indipendentemente dalle
scadenze di bollette o lettere importanti in arrivo. A Latina, da Natale in poi, molte zone non sono servite. La mia buca delle lettere è costantemente vuota, nonostante sia abbonato
ad un quotidiano e ad un settimanale, che ricevo saltuariamente, con numeri che
saltano e misteriosamente scompaiono. La situazione non è migliore in altre
città, compresa la capitale Roma. Basta fare una rapida ricerca su Twitter per
raccogliere le lamentele di utenti e stampa locale.
In molti casi i
cittadini più informati, si recano direttamente al Deposito Postale per
ritirare bollette in odore di mora e quant'altro. Un via vai continuo di persone, che trovano un' atmosfera rilassata di addetti e impiegati, che sembrano non sbattersi più di tanto per
sopperire alle lacune del sistema.
Ora, mi domando, quale sia il ruolo delle Poste Italiane. Se quello di fare lauti guadagni a spese dei cittadini, con tagli e disservizi, o quello di fornire dei servizi dignitosi.
Dopo le circa 6000 persone licenziate nei mesi scorsi, lor signori potrebbero rinunciare a qualche migliaia di euro di incassi e dare vita a queste assunzioni di cui si parla da mesi. Fornendo, cosi, un servizio efficiente alla Nazione e contribuendo anche a risollevare le sorti dell'occupazione.
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