Non mi meraviglio. Degli scandali della Regione Lazio. Dei voti comprati alla mafia dall’Assessore alla Casa della Regione Lombardia. Dello scioglimento del Comune di Reggio Calabria per contiguità mafiosa, con 40 dipendenti, tra cui funzionari e dirigenti, riconducibili direttamente alle cosche. Delle spese folli della Regione Sicilia.
Questo sistema è stato costruito
sul malaffare, sull’inganno, sugli “inciuci”. E mi dispiace dirlo, anzi
ridirlo, soprattutto da una parte politica e una classe dirigente ben
identificabile. Le persone oneste, quelle capaci, quelle in grado di costruirsi
una carriera ed una professionalità senza ricorrere alle raccomandazioni dei
potenti di turno, al favore dell’amico, allo scambio reciproco (un appalto in
cambio di cosa?) in questi anni sono state messe da parte, ignorate,
annichilite. Tutto quello che è emerso, è spesso riconducibile a
qualcosa di marcio.
E’ stato tolto il tappo a quel
sistema che controllava tutto, che piazzava i suoi uomini in ogni dove, dalla politica,
alla magistratura, ai vertici delle forze dell’ordine, alle reti pubbliche dell'informazione. Quasi sempre incapaci, ma innegabilmente fedeli. Una rete capace di ribaltare completamente
la realtà e trasformare uno scandalo, in un attacco di chissà chi e chissà che,
per chissà quale motivo. Che voleva emarginare i giusti, perché non gli
permettevano di alimentare il loro sistema di corruzione, i loro interessi, i
loro conti in banca.
Tutto il marcio ora sta uscendo
allo scoperto. Nonostante questo c’è ancora qualcuno, basti pensare alla Regione
Lazio, con i rimborsi più che facili ai gruppi consiliari passati da un milione
di euro a quindici milioni, che continua imperterrito a vivere nel passato. Con le cene luculliane, con i viaggi in luoghi esotici a spese dei cittadini. Per questo
non bisogna abbassare la guardia. Continuare a effettuare i controlli, senza
isterismi da caccia alle streghe, ma con pura volontà di ricerca della verità e
dei fatti. E con la voglia di ridare slancio al paese e alla politica.
Quello che è importante ora è
mantenere viva questa speranza. I corrotti, i disonesti, non la passeranno più
liscia. Non saranno più l’asse portante di questo paese. Questo non cancellerà
i problemi della crisi economica e della disoccupazione, ma certo ci permetterà
di viverla e affrontarla con maggiore consapevolezza e responsabilità.
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